La malattia le dava dolori intollerabili, disumani. La priora aveva deciso che a una carmelitana non era necessario dare della morfina. I polmoni erano totalmente devastati e le rendevano faticosissimo il respirare, e non c’era allora neppure la possibilità d’avere dell’ossigeno.
Teresa era spaventata: “Se sapeste che cosa vuol dire non riuscire a respirare! Se soffoco il buon Dio mi darà la forza. Ogni respiro è un dolore violento, però non è ancora tale da farmi gridare”.
E, guardando un’immagine della Madonna:
“Vergine Santa, tu lo sai che soffoco se manca l’aria della terra. Ma quando il Signore mi darà l’aria del cielo?”
Gli ultimi suoi mesi sono scanditi da una sofferenza inumana.
A chi le chiede se le sue sofferenze si sono fatte insopportabili risponde:
“No, posso ancora dire al Buon Dio che lo amo e trovo che sia abbastanza. Stanotte non ne potevo più: ho chiesto alla Santa Vergine di prendermi la testa tra le sue mani, perché potessi sopportare il dolore”.
Eppure di quegli atroci dolori dice:
“Io amo tutto ciò che il Buon Dio mi manda”.
Ebbe una lunga e penosissima agonia. Racconta la sorella: «Un tremendo rantolo le lacerava il petto. Aveva il viso congestionato, le mani violacee, i piedi freddissimi, e tremava con tutto il corpo.
Guardando la sua Priora disse:
“Madre mia, non è ancora l’agonia? Dunque non sto ancora per morire?”
La priora le rispose che forse il buon Dio voleva attendere ancora un poco.
Rispose: “E allora, avanti! avanti! Non vorrei soffrir meno a lungo…”.
Poi guardò il suo Crocifisso e disse:
«Io lo amo! Mio Dio, io vi amo!».
La testa le ricadde all’indietro, i suoi occhi restarono fissi per lo spazio di un Credo, splendenti.
Poi spirò.
Ma la cosa più sconvolgente è che, nonostante questo eroismo, la santità di Teresa di Lisieux non è fondata sulla sua vita eroica e volitiva e sulla sua forza disumana nel sopportare dolori più che atroci affidandoli a Dio. Questo aspetto infatti non coglie le sfaccettature della sua santità che invece sta quasi tutta, semplicemente e incredibilmente, sul suo atteggiamento nel gestire le piccole cose prima della malattia, oltre che sull’umile e totale abbandono in Dio e sulla corrispondenza piena al suo amore.
Quanto contano le piccole cose!