Il tramonto di Ischia: tradizioni, cultura e storia di un’isola

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Quello che più mi piace di Ischia è il tramonto da Forio. Diciamo che, se non fosse per le acque termali calde in ogni piscina, è l’unico motivo per cui ho scelto quest’isola. L’atmosfera al crepuscolo è incredibile. Per questo, oltre a studiare l’aspetto sociale e turistico di Ischia, ho deciso di sperimentare scatti al tramonto in doppia esposizione, ma con focali diverse. Ho avuto modo di conoscere bene la cultura del posto, le antiche tradizioni e le feste popolari come quelle di San Giovan Giuseppe della Croce, di San Vito a Forio o Santa Restituta a Lacco Ameno. Ma quella che mi ha appassionato di più è senza dubbio la “Festa a mare agli scogli” dedicata a Sant’Anna. Un evento singolare e interessante, con le piattaforme galleggianti allestite da scene allegoriche che sfilano sull’acqua dal Castello aragonese fino alla chiesetta dedicata alla Santa. Ischia è la più grande isola d’Italia, escluse Sicilia e Sardegna, con i suoi 62mila abitanti. Ma a Ischia tutto è piccolo. Allo stesso tempo, però, è l’isola in miniatura. Tutto è piccolo a Ischia, i negozi, i taxi, le piazze, le spiagge, le bancarelle, le strade.

 

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Consiglio di raggiungere l’isola con la propria auto al seguito. Ischia è piccola e in pochi minuti con la macchina si arriva da un’estremità all’altra, senza la necessità di rivolgersi ai mezzi pubblici, che non garantiscono una copertura eccezionale, mentre i minitaxi sono molto costosi. Ischia si raggiunge da Napoli e da Pozzuoli. Nel primo caso, traghetti e aliscafi salpano principalmente dal molo Beverello, ben collegato con bus o dal porto di Mergellina e Porta di Massa. Si può salpare in realtà anche da Sorrento e Pozzuoli, che dista neanche trecento metri dalla stazione. Si arriva a Ischia Porto, a Casamicciola o Forio, ma non è importante il porto di destinazione: uno vale l’altro. La traversata dura circa 50 minuti con gli aliscafi e 1 ora e mezza con i traghetti. Scegliere con attenzione la compagnia di trasporto visto che una costa il doppio dell’altra, ma richiede una prenotazione con grande anticipo. Il prezzo a persona è di circa 5 euro, mentre per le auto si paga un biglietto di 45.

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IL TRAMONTO: LA “DOPPIA ESPOSIZIONE FOCALE”

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I fantastici tramonti da Forio mi hanno permesso di sperimentare una nuova e semplicissima tecnica di doppia esposizione. In sostanza, oltre a scattare con tempi diversi e poi fonderli per aumentare la gamma dinamica, tecnica utilizzata di consueto dai paesaggisti in alternativa ai filtri graduali digradanti, ho scattato con due focali diverse per ottenere la massima ampiezza di campo nel primo piano e l’effetto più intenso zoomando verso l’orizzonte. Il risultato mi ha soddisfatto molto e l’atmosfera che c’era al momento dello scatto non è stata affatto alterata, anzi. Sono infatti riuscito a rappresentare in modo efficace e fedele l’emozione e provata in quel momento, ma anche a immortalare il panorama nel modo migliore. I miei occhi, in quel momento, apprezzavano sia il primo piano anche ruotando la testa a destra e sinistra, ma poi alzando lievemente lo sguardo focalizzavano l’attenzione pure sul sole, verso il tramonto colorato. Per questo il grandangolo spinto (8mm) ha catturato il primo piano in modo completo, e lo zoom (70-200mm) ha concentrato la visuale sull’orizzonte arancione.
Credo che utilizzerò anche in futuro la “doppia esposizione focale”. Se poi avrò la necessità di trasmettere la profondità e la vastità di un paesaggio userò solo la classica “doppia esposizione bracketing”.

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LA BAIA DI SORGETO

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In questo angolo di mare l’attività vulcanica avviene sul mare, a pochi metri dalla spiaggia di ciottoli e massi. Quindi si formano delle vasche d’acqua calda, dove è possibile fare il bagno. Consiglio vivamente una giornata a Sorgeto perché è uno dei rarissimi posti al mondo in cui l’acqua marina si fonde con quella termale creando una miscela che rigenera il corpo grazie a vapori terapeutici, minerali e sauna. Grazie alla particolare conformazione della baia e alla presenza di acqua calda, le temperature sono molto miti anche in periodi invernali. Escludendoil percorso via mare, costoso e fuori luogo, la baia si raggiunge da Panza percorrendo in auto una stradina di circa un chilometro e mezzo. Si parcheggia in una piazzola a pagamento e si scendono a piedi in pochi minuti 183 gradoni. La nota stonata riguarda l’affollamento, in estate, di un luogo angusto come la baia. A volte, con le persone ammassate anche sotto le piccole grotte della scogliera, sembra quasi di essere in un lazzaretto, in un luogo dove vengono lavati e rinfrescati i lebbrosi. Alla baia c’è anche il “piarata” che, a pagamento, spalma con un pennello fanghi addosso e in faccia ai turisti.

 

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CASTELLO ARAGONESE E MUSEO DELLE TORTURE

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Il Castello aragonese, collegato all’isola grazie ad un ponte fortificato, è una vecchia fortezza eretto da Gerone di Siracusa fin dal 474 avanti Cristo. Nel corso dei secoli la rocca sul mare ha conosciuto alterne fortune, passando dagli Angioini fino agli Aragona. Da un punto di vista architettonico è molto interessante.

 

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Ma con sincerità, quello che mi ha colpito di più è stato il museo delle torture. Una vera e propria raccolta di strumenti di violenza e sadiche crudeltà. In realtà viene definito museo delle armi, ma quello che colpisce sono i numerosi strumenti per tortura. Il museo, fatto istituire da Alfonso d’Aragona nel 1441, si trova in una piccola saletta poco segnalata durante il percorso interno e che in passato veniva utilizzata come posto di guardia. Oltre alla raccolta di armi medievali e del XIX secolo, ci sono gli attrezzi di tortura e di esecuzione capitale in uso dal 1300 al 1850 in tutta Europa. Il busto chiodato, il palo della morte, uno spezzacranio e le cinture di castità per uomo e per donna fanno impressione, ma mai quanto la tortura del ratto: un topo affamato intrappolato in un tronco vuoto divora le parti intime e le interiora della donna seduta con le gambe allargate proprio sul foro unica via di fuga del roditore. Qualcosa di veramente raccapricciante.

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FESTA E PALIO DI SANT’ANNA

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Si chiama “Festa a mare agli scogli di Sant’Anna” ed è arrivata alla 78° edizione. Si tratta di una manifestazione unica al mondo grazie a uno scenario caratteristico e affascinante e a un palio che sfila nel mare davanti a migliaia di persone. La festa si tiene alla fine di luglio e coinvolge i comuni delle isole di Ischia e Procida. Con le loro barche si contendono il palio in una competizione che richiama l’eco dei vecchi campanilismi. Più di trentamila persone si affollano lungo la scogliera e sulle tribune realizzate ad hoc per guardare lo spettacolo delle piattaforma galleggianti che fanno sfilare scenografie allegoriche con veri attori e figuranti dal Castello fino alla chiesetta dedicata alla Santa. La manifestazione si conclude con l'”incendio” del Castello grazie a giochi di luce e con i fuochi d’artificio sulla baia. Interessanti anche le fasi di preparazione delle piattaforme e delle scene.

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ARTE E STORIA

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Oltre al Castello, da un punto di vista storico e architettonico Ischia offre tanti spunti interessanti e molti luoghi da visitare. Molto interessante e caratteristica è la chiesetta bianca del Soccorso che domina il mare e il paesaggio di Forio. Si trova alla cima del promontorio del Soccorso circondata dal mare, in un piazzale dal quale, nelle belle giornate, si intravede l’isola di Ventotene. La chiesa era un convento degli agostiniani fondato intorno al 1350 e soppresso nel 1653. La chiesa è stata ristrutturata nel 1864. Davanti alla chiesa c’è un piazzale con cinque croci in piperno. La chiesa è molto famosa grazie alla facciata bianca adornata di preziose maioliche del 700 raffiguranti santi e scene della Passione di Cristo.

 

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C’è poi la chiesa dell’Immacolata, struttura settecentesca adibita a sede di mostre, vicino al chiostro dell’ex convento delle clarisse. La cattedrale dell’Assunta, di stile romanico, costruita nel 1301 dal popolo di Geronda, ospitò nel 1509 le nozze tra Ferrante d’Avalos e Vittoria Colonna, la quale, rimasta vedova, compone proprio a Ischia i sonetti amorosi che l’hanno resa famosa. L’edificio occupa dal 1810 la precedente chiesa agostiniana di Santa Maria della Scala. La Chiesa di Santa Maria delle Grazie, a pianta ellittica con cupola rivestita in maioliche policrome, fu invece terminata nel 1780 da Giuseppe Astarita. Nel 1225 fu invece fondata la chiesa di Sant’Antonio, trasformata radicalmente nel 1740.

 

 

 

 

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POPOLAZIONE, TURISMO E INQUINAMENTO A ISCHIA

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L’isola vive di turismo, solo di turismo. Ischia ha una lunga e apprezzata tradizione in questo campo e i visitatori sono attratti soprattutto dalla ricchezza di acque termali e dal mare. Un mix eccezionale che permette di prendere due piccioni con una fava. Lungo i centri storici dei sei Comuni dell’isola (Ischia, Casamicciola Terme, Lacco Ameno, Forio, Serrara Fontana, Barano d’Ischia) è possibile passeggiare tra bancarelle e negozi di prodotti tipici, e apprezzare musicisti di strada. I prodotti tipici sono il limoncello e l’amaro di rucola.

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Il turismo e quindi l’aumento della popolazione ha però creato evidenti problemi come l’abusivismo edilizio e il degrado ambientale. Basti pensare che nel 2007, a causa di un incidente legato alla rottura di cavi elettrici, fu eseguito un controllo delle acque da parte dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Campania (Arpac). In quell’occasione fu accertata la presenza, 1860 volte superiore ai limiti di legge, di policlorobifenili, una sostanza altamente cancerogena. La raccolta differenziata, con la raccolta porta a porta, è molto opinabile visto che si trovano buste di rifiuti lungo le strade a tutte le ore. Non viene adottato, infatti, alcun regolamento che vieta di portare fuori i rifiuti durante le ore del giorno.

 

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A Ischia i residenti sono molto accoglienti, hanno una vena di spirito partenopeo, ma c’è qualcosa in più. Soprattutto gli anziani sono cordiali anche se non mancano le eccezioni. Sono meno esuberanti dei napoletani ma non mancano gli aspetti caratteristici di una tendenza all’alterigia. Gli ischitani ad esempio, come i napoletani, non rispettano la fila neanche alla comunione in chiesa. Ma si sa, i loro pregi sono più dei loro difetti.

 

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Le foto sono state scattate con Canon 7D, Canon 40D. Obiettivi: Sigma 8-16mm, Sigma 10-20mm, Sigma 17-70mm, Canon 70-200mm

 

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